mercoledì 6 maggio 2009

La Taurus Modello " 19 Preval "










Questo particolare modello è presente nei cataloghi con il nome di "Lautal viaggio", tuttavia dagli anni 50 presenta la dicitura : Modello " Preval" con il quale è maggiormente conosciuto dai collezionisti.
In sostanza si tratta dell'ultima evoluzione della Lautal con la presenza di un movimento centrale a campana di tipo assolutamente inedito : il perno centrale è diviso in due parti ogni una delle quali è solidale con la rispettiva pedivella di forma romboidale arrotondata. Una grossa vite passante al di sotto del telaio in corrispondenza del movimento centrale, consente di stringere le due parti del perno.
Le scatole sono, invece, del tipo conosciuto.
I pedali sono i classici a bacchetta intera Taurus Lautal ovoidali in alluminio con feltro. Il manubrio, stranamente, torna ad essere il primo adottato dalla Lautal ( forse per giacenze di magazzino..) con impipatura centrale, sportellino a vite di accesso nella parte inferiore e leve a tubini circolari forati internamente per alleggerirli e conseguente uso dei manopolini.
Il parafango anteriore, del tipo stondato, presenta una vistosa decorazione metallica raffigurante una "T" alata con all'interno una gemma.
Essendo un modello di lusso è spesso proposto con un cambio al mozzo a tre marce e comando al manubrio.
Ho posseduto un esemplare di questo modello ma non l'ho documentato fotograficamente, ricordo, comunque il marchio "Lautal" e la decorazione al parafango che nel modellodel 1950 fotografato non compaiono più sostituiti dall'etichetta "preval" _



giovedì 16 aprile 2009

La Taurus Modello " 19 Lautal "

Il modello "19 Lautal" della Taurus è stato introdotto nel 1938 quando in catalogo, la maggior parte dei modelli avevano il telaio a tubi ovali e la forcella ancora grossa ( l'anno seguente verrà adottata la forcella che si restringe in basso..) _
L'ambizione della casa è produrre una bicicletta da viaggio che pesi meno di 11 Kg. adottando in maniera estesa il duralluminio nella propria struttura.
La prima versione utilizza un telaio a tubi rotondi e sottili ( adottati da altri modelli sportivi della casa, con frenata a filo..) con forcellino sportivo che induce ad una modifica estetica del classico carter Taurus nella zona posteriore, più estesa ( nella foto è visibile tale carter impropriamente adattato ad un vecchio telaio a tubi grossi ovali..) _
Molto presto il forcellino sportivo cederà il posto al classico forcellino Taurus, seppure alleggerito per adattarsi ai sottili tubini del telaio.
Il manubrio presenta una impipatura centrale ( al contrario della impipatura interna del Modello "19"..) ed una grossa vite sottostante che permette l'accesso e la registrazione delle due aste interne dei freni.
Le aste stesse sono forate all'interno per tutta la loro lunghezza ( una finezza tecnica adottata per alleggerirle..! ) ed adottano, di conseguenza, i manopolini.
Molto presto queste aste alleggerite cederanno il posto a quelle normali con leva metallica decorata.
I cerchi delle ruote, i parafanghi e le relative aste, i cavallotti dei freni ed i relativi pattini, un elemento della frenata interna dell'anteriore ed uno del posteriore, il parapolvere del movimento centrale a campana, i dadi dei mozzi ed i tiracatena a piastrina sono tutte parti costruite in duralluninio.
I mozzi, invece, sono compositi ( della FB..) con le due flange laterali che alloggiano i raggi delle ruote, in alluminio ed il tubo centrale ( marcato "Taurus Lautal"..) in ferro.
Nella produzione della casa figurano mozzi completamente in alluminio ( come è visibile in una foto..) ma sono destinati ai modelli sportivi .
le pedivelle del movimento centrale a campana, sono in metallo, finemente alleggerite sia nella parte anteriore che in quella posteriore e leggermente stondate nel bordo superiore anche di loro esiste una versione completamente in alluminio, destinata, però, ai modelli sportivi .
I pedali sono un capolavoro di leggerezza, pur mantenendo il profilo stondato dei classici Taurus, adottano un leggero telaio a griglia ( dove spicca al centro il logo con la "T") che racchiude una striscia di feltro e sono a bacchetta intera completamente in duralluminio ( probabilmente questo modello di pedale che accompagnerà la "Lautal" sino alle ultime evoluzioni, è stato preceduto, per un brevissimo lasso di tempo, da un modello preso in prestito dalla produzione sportiva della casa..) _
Anche lo sterzo presenta una leggera differenza : il portafanale è solidale con la fascetta reggi-manubrio.
Sempre per la ricerca di leggerezza, anche il canotto della sella è in duralluminio, così il telaio presenta la classica fessurazione ed il bullone reggi-canotto.
La presenza di questo bullone e non della splendida testa di vite a goccia cromata, ci indica l'uso delle tubazioni di tipo leggero, in seguito abbandonate per una maggiore economia di costruzione.
Infatti, come spesso accade, la razionalizzazione dei criteri costruttivi, fà si che nel tempo si vengano a perdere gli alleggerimenti più costosi ( leve del manubrio, parafanghi, tubazioni sportive, ecc. ) al punto da rendere assai poco diverso il modello "Lautal" dal "19", soprattutto quando il telaio a tubi piatti ( nel frattempo rimpiccioliti..) esce definitivamente di produzione e quello a tubini viene adottato per tutti i modelli del catalogo .
Anche il modello "15" e "25" non esistono più e la "Lautal" diventa la bici di punta della produzione.
A cavallo degli anni 40/50 marche come la Bianchi adottano avvolgenti parafanghi che si prolungano all'anteriore, sul loro modello di punta ( la freni interni con particolari in alluminio..) e così fa anche la Taurus, in più adotta un cambio a tre marce nel mozzo posteriore integrato ad una dinamo a tamburo laterale ( una sofisticazione tecnica riproposta anche negli anni 70/80 ). Oramai, più che una bici particolarmente leggera, si propone come una bici di lusso..!
L'ultima apparizione del modello "Lautal" nei cataloghi della casa, riguarda un modello che presenta un movimento centrale assolutamente inedito e che, dagli anni 50, verrà marcato "Preval" _



















lunedì 30 marzo 2009

La Taurus Modello " 25 "

Il Modello "25" della Taurus rappresenta il massimo della complicazione e raffinatezza tecnica per quanto riguarda il sistema frenante : tutto completamente occultato all'interno dei tubi del telaio.
Solo i pattini dei freni sono visibili e scorrono su guide ricavate all'interno della forcella anteriore e del forcellone posteriore.
Le tiranterie sono interne come nel modello "19", ma i cavallotti sono sostituiti da piccole catenelle che possono scorrere internamente ai tubi delle forcelle. Un sistema di ingranaggi compensa la frenata.
Due viti poste nella parte anteriore del movimento centrale nel telaio consentono di accedere alle registrazioni.
Il risultato che ne consegue è una pulizia estetica delle linee della bicicletta di grande eleganza!
Già a cavallo tra la fine dell' 800 ed i primi del 900, con l'adozione della trasmissione a cardano e del freno anteriore con il tampone all'interno del canotto, si cercavano soluzioni di assoluta pulizia dell'estetica della bicicletta, priva di pesanti orpelli ed accessori.
Negli anni 20, la Bianchi proponeva una bicicletta al vertice della propria gamma con la sua più grande complicazione tecnologica : la Super Bianchi, caratterizzata anch'essa dal freno anteriore nascosto all'interno della forcella.
Il Modello "25" della Taurus è posteriore, ma ha superato in arditezza tecnologica qualsiasi altro modello per quanto riguarda l'occultamento della frenata, considerato all'epoca come il segno distintivo dei modelli più lussuosi e rappresentativi.
A cavallo della fine degli anni 30 ed i primi 40, la tendenza dei costruttori è quella di rastremare in basso la forcella anteriore, pur mantenendo inalterate le misure delle altre tubazioni del telaio, più avanti si assottiglieranno anche i tubi che salgono al canotto della sella.
Essendo il modello di punta, la "25" è stata dotata, per un periodo, di un cambio al mozzo Sturmay Archers con la leva direttamente avvitata ad un supporto saldato al tubo superiore del telaio ( come si può vedere dalle foto ). In altri casi era presente un mozzo anteriore ( sempre della Sturmay archers ) a tamburo laterale dotato di dinamo interna.
Gli aspetti estetici ( quali per esempio il carter dotato di oliatore, la presenza o meno di stemmi metallici, la tipologia dei parafanghi , ecc..) rispettano le caratteristiche proprie dell'anno di produzione.









mercoledì 25 marzo 2009

La Taurus Modello " 19 "


Quando, finalmente, la tecnica è riuscita a nascondere internamente al canotto dello sterzo anche quel pezzetto esterno di tiranteria del freno posteriore, è nato il modello "19", quello che maggiormente caratterizza la produzione della Taurus, quello che nella memoria degli anziani possessori di tali biciclette, rappresenta la "Taurus" : un modello a freni interni, con telaio a congiunzioni invisibili e movimento a campana.
Al contrario della Bianchi, che vendeva principalmente la propria gamma economica ( Touring, Tebro ) e media ( Bianchi a frenata esterna ) ed in misura minima la gamma alta ( Bianchi a frenata interna e telai senza congiunzioni visibili ), la Taurus commercializzava sostanzialmente per metà biciclette seminterne ( le "18" e "30" ) e per l'altra metà le "19" ( meno costose della concorrenza Bianchi e Maino ).
L'aspetto segue, naturalmente l'evoluzione estetica dei modelli negli anni, tecnicamente, invece, nei primi anni 30, abbiamo una variante dotata di bloccasterzo a levetta ( tipo Triumph )
e diametro delle ruote di 28 x 5/8 su telai che portavano il 28 x 1/2, permettendo così di collocare il cavallotto del freno al di sotto del parafango, rendendo ancora più pulito l'aspetto anteriore della bicicletta.
In questi modelli i cavallotti sono ambo e due dipinti nel colore della bicicletta, mentre nella maggior parte della produzione con i cavallotti squadrati, è dipinto il posteriore e l'anteriore è lucido ( anche nelle contemporanee "18" e "30" ).
Nella seconda metà degli anni 30 il pubblico sembra apprezzare molto le biciclette a "Ballonetto", cioè con ruote del diametro di 26 x 1/2 dotate di coperture di grosso diametro, che rendevano confortevole l'uso nelle frequenti strade dissestate.
Anche la Turus propone la sua versione della "19" in tale misura con telai dotati di dimetro delle forcelle anteriore e posteriore maggiorati.
Le misure di telaio e carter di queste "Ballonetto" corrispondono a quelle delle 28 x 5/8 e, per questo motivo, molti esemplari sono stati restaurati in questa misura più "appetibile"..!
Nel tempo, l'evoluzione generalizzata dei telai di tutte le marche produttrici di biciclette, porta ad ad una ridimensionatura del diametro dei tubi posteriori che salgono alla sella ed alla rastrematura della forcella, pur mantenendo intatta la caratteristica della sezione ovale.
Caratteristica che si perderà definitivamente alla fine degli anni 50 con l'adozione per tutta la gamma dei vari modelli del telaio in tubi rotondi.